Anonimo

La sensibilità  è una forma di intelligenza, inutile spiegarla a chi ne è privo.

Anonimo

Ho visto persone volersi talmente bene che ora neanche si parlano più.

Anonimo

Diventare un adulto è senza dubbio il desiderio più stupido che potessi avere da bambino.

Anonimo

Amo le persone che ricordano i dettagli.
Le grandi cose se le ricordano tutti.

Anonimo

Quando è scomparso?
Il dolore? Mai. Si è solo nascosto dietro ad altre cose.

Anonimo

L’unica verità  è la realtà .

Anonimo

Il ponte più difficile da attraversare è il ponte che separa le parole dai fatti.

Anonimo

Andateci piano con le belle parole perché poi arriva il momento di dimostrarle.

Anonimo

Le persone migliori che ho conosciuto non mi hanno mai fatto promesse, ma io so che le hanno mantenute.

Anonimo

Fa male tanto quanto ha fatto bene in precedenza.

Anonimo

Chi ha toccato il paradiso, potrebbe poi contentarsi della vita di tutti i giorni?

Anonimo

Comincerà  a sentire la tua assenza quando si renderà  conto di quanto bene gli facevano le tue attenzioni.

Anonimo

Non ti auguro il peggio, non ti lancio maledizioni, ma ti auguro di sentire la mia mancanza fin dentro le ossa. Di voltarti perché convinto di aver sentito la mia voce, di rileggere i messaggi. Ti auguro di girarti a cercare la mia risata nella folla e la mia mano dentro la tua. Ti auguro di sentire la mia mancanza tanto da sentire il respiro mancarti per qualche istante. Questo ti auguro.

Rumore

Tra le mani un accumulo di carta sporcata dai pensieri di un signore con qualcosa da dire.
La pelle riscaldata dal calore proveniente dalla vicina stella – madre della nostra stessa vita. – 
Le orecchie piene del canto delle onde del mare mentre lottano tra loro: incapaci di rassegnarsi alla sconfitta.  
La sabbia morbida, ma compatta, sostiene il corpo, mentre i pensieri vagano liberi per campi ben coltivati.
Il piacere del sapere di non dover compiere azioni legate solo ad obblighi stabiliti da un pezzo di carta straccia.
Il benessere: omaggio di tutto questo, la scelta: volersene appropriare.
All’interno di questa cornice, una donna in lontananza.
Si avvicina con passo lento e costante calciando qualcosa di impossibile da riconoscere.
“Ma, da questo punto si ha l’impressione di essere su di un isolotto al centro del mare! Ti spiace se siedo anche io qui?”
“Fa’ pure.”
Il corpo esile ma ben proporzionato, lunghi capelli neri resi lucenti dalla luce, occhi azzurri illuminati dalla evidente voglia di vivere, viso dai dolcissimi lineamenti.
Seduta con le gambe stese, dopo aver spostato le mani dietro le spalle e sollevato il viso:
“sai, ho perso una persona importante.”
“Dov’è andata?”
“Non è importante dove, ma non c’è più.”
“E’ un bene o è un male?”
“Un necessario. Mi logorava l’anima, il cuore e la mente”
“Com’è andata via?”
“Rumorosamente e continua a far rumore, incessantemente, dovrei proteggere il mondo da lei.”  
“Non farlo, il rumore assorderà  chi le orbita attorno e fuggirà  come una lepre inseguita da una volpe.”
“Come fai a esserne certo?”
“Chi dice di esserlo. Ma se immagini il rumore come fosse una candela accesa, brucerà  e si consumerà  fino a spegnersi – lascia al tempo di compiere il suo mestiere – e ci sarà  il buio nel suo recinto.”
“Ma nel frattempo sporcherà  di cera calda chiunque ci sia attorno a tenerla per mano.”
“Chi si macchierà  e deciderà  di pulirsi gli occhi vedrà  nitidamente il buio lasciato da una candela ormai spenta. E in quel momento capirà  di essersi trovato vicino ad un oggetto capace di bruciare se stesso e imbrattare gli altri.”
Sbilanciandosi in avanti, voltò lentamente il viso fissandomi con i suoi grandi occhi sereni:
“tu chi sei?”
“Uno sconosciuto.”
“Non si parla agli sconosciuti.”
“Non lo abbiamo fatto.”
“E’ stato bello non parlare con te. Ciao.”
Si alzò in piedi e si allontanò dando le spalle al mare.